Intervista D. Belotti: La mia storia e il Mentoring

Intervista D. Belotti: La mia storia e il Mentoring

Daniela Belotti – La mia storia e il Mentoring [1]

A cura di Giulia Giorgi, SIM – Scuola Italiana di Mentoring

 

Chi è Daniela Belotti?

Co-founder di Bemymentor, startup innovativa che progetta programmi di e-mentoring, portando il “life learning” nelle organizzazioni con il supporto di un software dedicato.

Occasionalmente faccio la docente di leadership e comunicazione in corsi manageriali.

La mia professionalità si è sviluppata ed affermata in una nota concessionaria di pubblicità all'interno della quale mi sono occupata di costruire e pianificare campagne media integrate, per differenti target di clientela ed agenzie, dalla piccola azienda alla multinazionale di diverse categorie merceologiche.

La mia formazione è iniziata con una laurea in economia aziendale e continua ancora oggi come consumatrice compulsiva di mooc internazionali. Sono appassionata di digital transformation e comunicazione a 360° e mamma a tempo pieno.

 

Come sei venuta a contatto con la Metodologia del Mentoring?

E' stato un caso o forse una "chiamata". Ho partecipato quasi per gioco ad un progetto di empowerment al femminile e  in quel contesto ho sperimentato la potenza che può avere una relazione di mentoring nel supportare le persone verso il cambiamento.

Così ho cominciato a studiare e fare ricerche sulla metodologia e su come venisse utilizzata anche fuori dall’Italia. E ho conosciuto la mia mentore americana quella che ora è mia partner nel progetto che sto portando avanti e che essendo professionista del settore da più di 20 anni mi ha formata sugli strumenti innovativi che sono utilizzati per gestire un progetto di mentoring. E poi ho conosciuto Matteo Perchiazzi, un pioniere del mentoring in Italia, con una passione per questa metodologia che traspare da ogni sua parola.

 

Cosa ti ha sorpreso?

Che il valore della figura del Mentore che nasce nella nostra cultura mediterranea in realtà sia più riconosciuto nei paesi anglofoni, dove il mentoring è già molto usato all’interno delle organizzazioni di ogni tipo.

 

Cosa ti aspettavi ? cosa non ti aspettavi?

Mi aspettavo maggiori competenze del mercato. Non mi aspettavo proprio la scarsa cultura che esiste sul mentoring in Italia e la confusione che anche operatori del settore continuano a creare tra mentoring interno mentoring esterno coaching training e advisory. C’è un grande lavoro da fare.

Quale pensi sia il valore aggiunto del Mentoring nelle organizzazioni? La contaminazione: valorizzare e mettere a sistema le competenze delle persone all’interno dell’organizzazione e sviluppare un atteggiamento win-win, di maggiore condivisione e restituzione, con il risultato a catena di un maggior benessere di tutta l’organizzazione

 

Altro che vorresti aggiungere

Mi piacerebbe poter portare il mentoring nelle scuole per cominciare dai giovani e trasferire a loro la mentalità del give-back e dell’apprendimento continuo ormai necessario per il mondo del lavoro attuale. Sono nati e cresciuti nella sharing economy, il passaggio naturale per loro è condividere anche le esperienze e le competenze.

A differenza dei loro genitori ancora perlopiù convinti che proteggere il loro “sapere” gli farà conservare il posto di lavoro.

 

[1] Il presente documento è soggetto a copertura dei diritti del marchio SIM, marchio depositato e registrato attraverso la SIB (Società Italiana Brevetti).