Crescere accanto a un campione: Messi e il modello Ronaldinho [1]
A cura di Matteo Giuseppe Valenzano, SIM – Scuola Italiana di Mentoring
Nel mondo dello sport, crescere significa anche imparare da chi è venuto prima. Il mentoring, fondato sul role modeling, è una leva potentissima per lo sviluppo del talento, soprattutto quando a guidare è una figura già affermata nel contesto, come un compagno di squadra esperto o un leader riconosciuto.
Nel contesto sportivo, questa metodologia trova terreno fertile: allenatori, capitani o compagni di squadra più esperti diventano punti cardinali per la crescita degli atleti più giovani.
Nella mia esperienza calcistica, ho sempre riconosciuto in Lionel Messi l’emblema del talento assoluto. Le sue giocate, la tecnica sopraffina, la capacità di finalizzare e quelle cavalcate da una metà campo all’altra ci hanno abituati allo stupore, alla celebrazione costante di un calcio quasi ultraterreno. Il mondo lo ha consacrato come il “più forte della storia”, simbolo vivente della perfezione tecnica.
Ma dietro a quel talento, a quell’apparente naturalezza con cui danza sul pallone, si nasconde un lavoro meticoloso e costante. C’è disciplina. C’è dedizione. C’è una preparazione mentale e fisica che ha accompagnato ogni passo della sua ascesa.
Eppure, ciò che più mi affascina nella carriera dell’“alieno” non è solo ciò che ha fatto con il pallone, ma ciò che ha ricevuto prima di diventare leggenda: l’influenza silenziosa ma determinante delle figure che lo hanno guidato. Persone che lo hanno allenato non solo tecnicamente, ma anche alla gestione della pressione, al controllo emotivo, alla scelta dei tempi giusti, alla resilienza di fronte agli ostacoli.
Pensare a Messi senza pensare a chi lo ha ispirato, sarebbe ridurre la sua grandezza a un dono isolato. Al contrario, è proprio l’interazione con i suoi mentori, primo fra tutti Ronaldinho, a restituirci l’immagine completa di un campione.
Il rapport con Dinho
Nel suo primo anno in prima squadra al Barcellona, Lionel Messi si ritrovò accanto a una leggenda vivente: Ronaldinho. Già affermato come uno dei più grandi fuoriclasse del calcio mondiale, il brasiliano non si limitò a dominare il campo con la sua classe, ma assunse anche il ruolo di mentore per il giovane talento argentino appena uscito dalla Masia.
Il legame tra Ronaldinho e Messi fu fin da subito speciale. Ronaldinho lo accolse a braccia aperte, lo guidò nei primi passi nel calcio dei grandi e lo aiutò ad ambientarsi, sia dentro che fuori dal campo. Era come se avesse riconosciuto in quel ragazzo silenzioso e determinato il riflesso di qualcosa di unico, un futuro campione da proteggere e far crescere.
Il destino volle immortalare questa connessione in un momento che resterà per sempre nella storia del calcio: il primo gol ufficiale di Messi con la maglia del Barcellona. In un primo tentativo, il giovane Leo trovò la rete, ma il gol venne annullato per fuorigioco. Tuttavia, pochi istanti dopo, arrivò la vera magia. Ronaldinho, con la sua solita visione illuminata, scavalcò la difesa avversaria con un assist perfetto, mettendo Messi davanti al portiere. Stavolta, la "Pulce" non sbagliò: tocco morbido sotto la traversa e palla in rete. Il Camp Nou esplose di gioia.
Subito dopo, Ronaldinho corse verso di lui, lo sollevò sulle spalle e lo portò a festeggiare sotto la curva, tra l’abbraccio del pubblico. Fu un gesto semplice ma potente, che racchiudeva tutto: l’orgoglio del maestro, la gioia del discepolo e l’inizio di una nuova era.
[1] Il presente documento è soggetto a copertura dei diritti del marchio SIM, marchio depositato e registrato attraverso la SIB (Società Italiana Brevetti).