Il Mentore nello sport come figura sociale e professionale

Il Mentore nello sport come figura sociale e professionale

Il Mentore nello sport come figura sociale e professionale[1] 

Intervista di Chiara Zerbini EMCC Italy a M. Perchiazzi, SIM – Scuola Italiana di Mentoring

 

"Let's creat good people, then athletes"

 

Secondo alcuni lo sport forma il carattere, secondo altri lo rivela.

In ambedue gli approcci è certa la presenza di due fattori:

Il primo è il role modeling: lo sport è fatto di role modeling naturale e informale, a tutti i livelli: si inizia a praticare sport da giovani perché ispirati da campioni, quando si inizia a praticare ci si vuole allenare con quelli più bravi o anche stare in coppia con l’amichetto più bravo, quando si passa all’agonismo si guarda ai professionisti come fonte di miglioramento tecnico ma anche comportamentale, e così via in un processo continuo di imitazione dei modelli: proprio a tutti i livelli!!!!

Il secondo è che è noto (anche chi fa recruiting) che chi fa o ha fatto sport ha sviluppato e imparato tutta una serie di caratteristiche o competenze come l’orientamento al risultato, il time management, la collaborazione e lavorare in team, lo spirito di sacrificio, il rispetto delle regole, la solidarietà etc e che questo lo si vede come outcome anche negli altri ambiti della vita, come lo studio e il lavoro.

 

Questi due fattori, che io considero come dati di fatto e elementi di contesto, rimangono lì e sono del tutto sotto – utilizzati e per niente formalizzati in specifici setting formativi: si è contaminati dai valori, si imparano life skills e soft skills, ma non esiste nessuna figura deputata a presidiare il processo di apprendimento o di aiuto all’apprendimento, il processo in questo senso educativo.

Un bravo insegnante sportivo non mancherà mai di trasmettere regole educazione e valori, solo che lo fa a livello informale, lo fa ad intuito o replicando quello che a sua volta il suo maestro gli ha trasmesso, senza metodo.

Se si considerano le strutture sportive come organizzazioni, la domanda sorge spontanea in particolare sulla concezione formativa dello sport, ovvero

  • se nelle strutture sportive è chiaro quale modello educativo al centro?
  • come si trasmette la passione per una pratica sportiva?
  • come si trasferiscono i valori di meritocrazia, ma anche partecipazione?
  • quali messaggi sono impliciti e canalizzati dallo sport, tra solidarietà e competitività, tra lavoro di squadra e individualismo, tra competizione e lealtà, tra il sacrificio (e anche il dolore fisico) per il raggiungimento dei risultati, e la ‘gestione’ della fama che si raggiunge quando questi risultati sono stati raggiunti?

La risposta a tutte queste domande per noi della SIM è quella dell’istituzionalizzazione e della formalizzazione della figura del Mentor nello sport.

Cosi come in una organizzazione sportiva è presente il Maestro e l’insegnante che insegna la parte tecnico tattica, cosi come esiste il preparatore atletico che presidia la parte fisica specifica, o il Mental coach che normalmente prepara la parte mentale della prestazione, o il nutrizionista che segue la parte dell’alimentazione, noi abbiamo sperimentato negli ultimi 10 anni in molti progetti di Mentoring la figura del Mentore nello sport che presidia la formazione del carattere e del comportamento, la messa in chiaro di tutte quelle cose che si imparano nello sport e che poi servono nella vita. Per un’offerta di servizi e di figure che curano la formazione della persona tuot court.

I settori di sperimentazione di questi anni sono stati i seguenti:

  • Socializzazione allo sport, pratica amatoriale e Wellness
  • Pratica agonistica
  • Professionismo
  • Recupero sociale e disabilità

Abbiamo lavorato nel nuoto, nella pallanuoto, nella arti marziali, nel tiro con l’arco, nella danza ritmica, nella pallacanestro, nel tennis, nella pallavolo, nell’equitazione, nel rugby, e molti altri.

Per ognuno di questi settori potremmo parlare per molto tempo e fare le dovute distinzioni , ma quello che è importante sottolineare al momento è che gli effetti benefici della pratica del Mentoring si rilevano per entrambi i soggetti coinvolti.

Dal punto di vista del soggetto Junior – Mentee sono potenziate: la motivazione, l’auto – efficacia e/o self estime, miglioramento personale e sportivo, lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, la possibilità di avere ‘a portata di mano’ un modello a cui ispirarsi, fa migliorare le competenze sociali e un maggior ‘commitment’ con il club di appartenenza.

Anche il senior – Mentor riporta un aumento di motivazione, capacità di goal setting e action planning, capacità di dare e ricevere feed back, oggettivazione e rafforzamento della propria esperienza e della propria auto – efficacia, e/o autostima, responsabilizzazione maggiore sul proprio ‘commitment’ sia nei confronti del Mentee, sia nei confronti del club di appartenenza.

Il risultato di queste sperimentazioni ha dato luogo alla codifica di 2 tipologie di offerte formative:

  • Il Mentor nello sport
  • L’organizzatore di progetti di Mentoring nello sport (PM)

La SIM – Scuola Italiana di Mentoring offre una solida e robusta conoscenza sul Mentoring, e sta impostando una serie di iniziative importanti per fare rete.

 

Referenze

https://www.ptrtennis.it/

https://www.scuolaitalianadimentoring.com

M. Perchiazzi, “Apprendere il Mentoring. Strumenti per la formazione dei Mentor.” Transeuropa Editore, Massa, 2008.

 

[1] Il presente documento è soggetto a copertura dei diritti del marchio SIM, marchio depositato e registrato attraverso la SIB (Società Italiana Brevetti).