Il Mentoring nel tennis I

Il Mentoring nel tennis I

Il Mentoring nel Tennis. 

SIM - Scuola Italiana di Mentoring e PTR Italia, i primi in Europa [1] 

A cura di M. Perchiazzi, SIM – Scuola Italiana di Mentoring

 

Introduzione

PTR Italia e SIM – Scuola Italiana di Mentoring, in seguito all’esperienza di quest’ultima nel Mentoring nel settore sport (cfr. newsletter_blog_sito_n12) ha voluto iniziare un percorso completamente innovativo di partnership per la formazione dei Maestri di Tennis.

La PTR International è stata fondata da Dennis Van der Meer ed è una delle pionieristiche scuole di pensiero che hanno codificato il “come si insegna il tennis”, ovvero il famoso “Standard method”.

La partnership, lanciata nel settembre del 2020 al Forum PTR, consiste nella formazione sistematica dei Maestri di tennis (soci PTR e non solo) sulla metodologia del Mentoring per migliorare la qualità delle competenze di insegnamento dei Maestri e innalzare il livello e gli standard di qualità delle figure e/o delle tecniche che possono essere presenti in un Club di tennis. L’inizio del pionieristico progetto nel settore tennis, voluto fortemente da Herbert Schnaubelt per anni responsabile Europeo della formazione della PTR e International PTR Workshop Leader, è stato appoggiato entusiasticamente dal Presidente PTR Italia Luciano Botti e l’Executive Director Carlo Alberto Massaro, e mira molto in alto.

Infatti, il progetto ha basi molto solide e ha ben chiaro sia gli ambiti di applicazione del Mentoring, sia gli obiettivi che si pone nell’innovare e poi standardizzare all’interno di un club di tennis, quali sono le figure professionali che possono essere al servizio dello sviluppo non solo tennistico e professionale, ma anche individuale e personale dei giovani (e non solo), amatoriali, agonisti e professionisti giocatori di tennis.

“Let’s create good People, then Athletes” (Bill Adams)

Qui di seguito vediamo alcuni concetti base, per chiarire ed introdurre quello che si può trovare nei corsi della neonata “Academy SIM Sport”, di cui proprio Herbert Schnaubelt è diventato da poco coordinatore, con grande orgoglio del team SIM – Scuola Italiana di Mentoring.

 

Concetti base

Sono i modelli che creano esempi, che fanno immaginare un mondo in cui gli altri vogliono partecipare, che ci ispirano e che ci muovono all’azione.

Sono modelli di:

  • Comportamento
  • Valori
  • Professionalità
  • Successo

Ci danno la Visione su:

  • CHI vogliamo diventare
  • A COSA vogliamo appartenere
  • Cosa vogliamo fare

Le persone ESEMPLARI non sono necessariamente DEI GURU, ma si trovano in ogni ambito della nostra vita scolastica, professionale, associazionistica, sportiva, personale e nella nostra costellazione degli agenti di socializzazione.

 

Dall’informale alla metodologia

Il principio psico – pedagogico su cui si fonda il mentoring, parte dai processi primari di socializzazione. Per chi impara: il modo di apprendere più antico del mondo, imitando gli altri (role modeling), mentre per chi trasmette: senso di utilità, desiderio di affermazione della propria storia, desiderio di generatività – il vissuto come elemento di ‘sopravvivenza’ della specie.

Nel Mentoring naturale, un Mentor può essere una persona che ispira semplicemente con il suo comportamento. Nel mentoring informale può essere un insegnante sportivo che con il buon senso ha a cuore anche la trasmissione di valori dello sport ai giovani atleti. In alcuni sport questo momento dedicato all’educazione è stato “formalizzato” in momenti specifici (il terzo tempo nel rugby), o in gesti specifici: nel tennis ci si dà la mano a fine partita (dopo il Covid, ci si offre la racchetta!).

Nel mentoring organizzato invece il Mentor è un educatore formato che con metodo trasmette in modo sistematico i valori dello sport e della vita: life skills e con tecniche specifiche forma il comportamento complessivo dell’atleta. Chiaramente deve avere un forte background di settore (ovvero del tennis), altrimenti decade proprio uno dei principi base del Mentoring, ovvero il role modeling.

 

Definizione

Il Mentoring è una metodologia di aiuto all’apprendimento che si basa sul role modeling, sull’affiancamento tra un Senior (Mentor) e uno Junior (Mentee) per la formazione del carattere, e dei comportamenti. È una metodologia il cui focus è la formazione e il rafforzamento delle motivazioni profonde, attraverso la trasmissione dei valori e la modificazione positiva dei comportamenti e del carattere.

(definizione SIM – Scuola Italiana di Mentoring).

Nello sport, ed in particolare nel tennis, ha in comune alcuni aspetti del Coaching, sulla consistenza mentale, e alcuni strumenti di gestione della relazione, ma a differenza del Coaching, lavora in profondità sui valori personali e di sviluppo del giocatore, oltre che formare in modo più significativo le cosiddette soft e life skills.

 

Differenze tra Mentoring e Coaching nel tennis

Le DOMANDE più comuni sono:

Quali sono le differenze tra il Mentoring e il Coaching?

Chi può essere un Mentor?

Quali sono le competenze di un Mentor?

Un Mentor è una professione?

Per farla semplice (ma non certo banale) si suole orientare queste risposte con:

  • Il Training risponde alla domanda cosa so/non so fare (Abilità tecniche e fisiche);
  • Il Coaching risponde alla domanda quali sono i miei obiettivi e come li raggiungo, come mi preparo mentalmente alla gara;
  • Il Mentoring risponde alla domanda cosa sono capace ad apprendere? In cosa credo, chi voglio diventare e perché.

 

Il Mentore in generale e nel tennis

In questo percorso il Mentore:

Trasmette la propria esperienza

Funge da «allenatore» e da «Networker»

Fa da banco di prova «sounding board»

Ascolta e guida con consigli, ma soprattutto con l’esempio

Crea «significato» e direzione grazie ad i valori (professionali, organizzativi, personali)

Condivide e stabilisce gli obiettivi della relazione one to one e insieme al Mentee contribuisce al buon esito della relazione

Fa entrare il Mentee nel cosiddetto PRS «Personal Reflective Space»

 

È proprio per questo che il Mentoring e il tennis sembra siano fatti l’uno per l’altro, basti infatti vedere quanto sono vere le parole di Agassi nel suo “Open”

Il Mentore infatti, proprio come il tennista normalmente è abituato a fare dopo ogni punto, aiuta lo sviluppo della auto riflessione e quindi un’accelerazione della auto consapevolezza. Solo che a differenze del Mental spoke famoso del tennista che si auto parla sulla tattica e sull’atteggiamento da tenere durante la prestazione (terreno anche prevalente di azione del Mental coach o del coach), il Mentore aiuta l’atleta e educa la persona sui comportamenti efficaci e corrispondenti ad ambiti valoriali specifici che è necessario vengano acquisiti e tenuti nell’ambito dello sport, ma soprattutto nella vita.

 

Referenze

https://www.ptrtennis.it/

https://www.scuolaitalianadimentoring.com

Perchiazzi, M.  “Apprendere il Mentoring. Strumenti per la formazione dei Mentor.” Transeuropa Editore, Massa, 2008.

[1] Il presente documento è soggetto a copertura dei diritti del marchio SIM, marchio depositato e registrato attraverso la SIB (Società Italiana Brevetti).