Mentoring nello sport: un week end “potente” di Alessandra Casano

Mentoring nello sport: un week end “potente” di Alessandra Casano

Un weekend...potente!  [1]

A cura di Alessandra Casano, SIM – Scuola Italiana di Mentoring

 

Quella mattina di sabato lascio Roma in balia di un diluvio. Non sono sola. Mia figlia Olimpia, di quasi nove anni, viene con me, senza suo fratello che rimane dai nonni. Le ho spiegato che avrei frequentato un corso con persone speciali, che avremmo giocato a tennis, ma che una volta finito, ci saremmo godute Firenze insieme.

In realtà non è andata proprio così, anzi. Olimpia è stata accolta calorosamente da Matteo Perchiazzi, Direttore e Fondatore della SIM, dai suoi collaboratori – i maestri di tennis Mario Pasquali e Federico Migliorini – e da Esjona Cani (SIM), Alessandro Scesa (PTR), Lorenzo Fariselli ed Ilaria Iseppato (Six Seconds Italia). Da subito, l’hanno fatta sentire parte del team, coinvolgendola in ogni attività per quanto per lei possibile. E lei ha risposto con entusiasmo, superando ogni mia aspettativa su noia e lamentele. Praticamente, la nona componente del gruppo a tutti gli effetti.

Da questo primo gesto, alquanto nobile, è facile immaginare il livello di intelligenza emotiva della SIM e dei partecipanti al corso.

Siamo una squadra meravigliosa. Otto, anzi nove membri tutti diversi. Nove cervelli, nove cuori. Dai tennisti disciplinati alle mine vaganti, dalle bombe esplosive agli emotivamente intelligenti. Chi entusiasta, chi fragile, chi scosso, chi determinato, chi concentrato, chi severo. C’erano leoni nel gruppo, lupi e linci. C’era acqua, sole ed un arcobaleno di tanti colori, il blu più di altri.

Nell’arco di due giorni, in un campo di tennis al coperto visto il tempo precario in quel di Firenze, abbiamo esplorato, attraverso il tennis, le nostre emozioni. I nostri meccanismi di coping per gestire situazioni difficili. Il Personal Reflective Space per acquisire maggiore consapevolezza “tattica” ed “emotiva” per poter essere più capaci di allenare la capacità di entrare nel flow e migliorare la nostra performance. O meglio essere nelle pre – condizioni per vivere il Flow (Kotler).Abbiamo allenato la gestione delle interferenze – esterne ed interne – accettandole, preparando una risposta per gestirle e poi agendo. Abbiamo lavorato su cicli virtuosi per navigare le emozioni con il giusto mood. Abbiamo indagato, esplorato, riflettuto, sofferto su ciò che ci impedisce di essere persone “migliori”. È stata dura, durissima. Sgretolare certezze. Combattere con i propri mostri. Con le voci fuori e dentro di noi che ci vogliono sabotare. Che ci portano giù. Con le zavorre.

Ma insieme le abbiamo esplorate. E perché’ no, anche esorcizzate. Ed abbiamo volato sulle nostre mongolfiere. Abbiamo dato un nome alle nostre emozioni, abbracciandole ed imparandole a conoscere. Un lavoro potente, come direbbe Matteo. Intenso, dai risultati sorprendenti.

E poi, il passo successivo. Come trasmettere “tutta ‘sta roba” ai nostri Mentee. Perché’, ovviamente, da mentori, per trasferire queste competenze, per sgretolare le certezze dei Mentee dobbiamo prima sgretolare le nostre. E ricostruirle. E farle ricostruire. Bella fatica, eh?

Ci siamo riusciti. O meglio, il seme è gettato, lo stiamo innaffiando. Anche Olimpia, che, se accoglie semi così profondi da piccola, avrà meno zavorre di cui doversi liberare da grande.

Dopo una partita finale goliardica e leggera per chiudere in bellezza il corso, siamo tornati a casa più ricchi. Ma più leggeri. Piu’ consapevoli, carichi, motivati, convinti che il mentoring sia sempre di più uno strumento rivoluzionario per trasmettere qualcosa di grande a chi ci sceglie, soprattutto attraverso lo sport.

Grazie a Matteo, Mario e Federico, grazie ai miei compagni di avventura, grazie a mia figlia per aver condiviso questo momento formativo estremamente prezioso.

 

[1] Il presente documento è soggetto a copertura dei diritti del marchio SIM, marchio depositato e registrato attraverso la SIB (Società Italiana Brevetti).