Maestri sì, ma plurali e provvisori. Vito Mancuso

Maestri sì, ma plurali e provvisori. Vito Mancuso

Maestri sì, ma plurali e provvisori [1]

Un estratto da “I quattro Maestri”, di Vito Mancuso

 

Matteo Perchiazzi:

Ho trovato molto interessante il libro di Vito Mancuso, “I quattro Maestri” per le finalità che accomunano la Scuola Italiana di Mentoring e il testo in oggetto.

Trovare ispirazione per rispondere alla domanda chi si vuole diventare, può essere trovata non solo in modo individualistico ma anche in altri modi? È possibile sviluppare relazioni di mentoring in una società come la nostra? Si ma alcune condizioni e riflessioni, come si ben evidenzia nel piccolo estratto che riporto del libro, che consiglio vivamente agli appassionati di vita.

 

“Per attivare ‘l’umano nell’umano’ (Grossman) raggiungendo armonia e saggezza e quindi la vera felicità, gli esseri umani hanno avvertito lungo i secoli il bisogno di una guida, la necessità di qualcuno più esperto che li conducesse lungo i sentieri impervi dell’esistenza, come Dante si affidava a Virgilio per la discesa nei gironi infernali e la saluta al monte del Purgatorio” Mancuso V (2020).

Coloro che insegnano l’arte del vivere non sono maestri al modo di come lo sono i maestri di scherma o di pianoforte o di che altro, i quali si limitano ad insegnare la loro arte e non avanzano pretese sul resto della vita. Al contrario, i maestri che insegano come vivere hanno necessariamente un’influenza che si estende a tutta la vita e quindi richiedono una dedizione totale. Per questo di essi parliamo dicendo Maestri. Gli istruttori ed i professori hanno alunni, allievi, studenti, apprendisti: i maestri invece hanno discepoli. E tra l’essere un allievo e l’essere un discepolo c’è una bella differenza. La domanda, quindi, è se si è disposti a diventare discepoli, o se già solo il termine procura un certo imbarazzo, per non dire fastidio.

La conoscenza e il governo di sé costituiscono un lavoro troppo impegnativo per essere svolta da soli e per il quale non si può fare a meno di aere maestri. Penso anzi che noi, abbiamo bisogno di grandi maestri ancora più che nel passato. Le due essenziali condizioni perché si possa oggi accettare un maestro e concepirsi come discepoli sono le seguenti: 1) che si tratti di più di un maestro, e non di uno solo; 2) che si tratti di maestri provvisori, e non definitivi.

Maestri sì, ma plurali e provvisori.

 

Provvisori.

Il discepolato non è la meta finale dell’esistenza, bensì una fase del cammino della vita. La meta non consiste nell’essere discepolo, consiste nel no esserlo più. Io non penso che si debba aspirare sempre ad essere dei discepoli: si tratta di giungere a costruire sopra un fondamento tutto mio (Cartesio).

L’essere discepoli è uno strumento in funzione della vera meta, la maturità spirituale sulla base del principio di autenticità. Dal greco “dentro sé stessi”. Quindi il vero maestro è colui che genera libertà anche rispetto a sé stesso. Egli ha sì discepoli, ma non li vuole trattenere né vuole essere trattenuto, perché non mira ad avere accanto a sé persone che concepiscono sé stesse come eterni discepoli. Il vero maestro maa tanto la propria quanto l’altrui indipendenza, e per questo alla condizione del discepolato preferisce l’indipendenza consapevole.

 

Plurali.

Perché ritengo che nessuno, neppure i grandi maestri del passato, possegga in modo definitivo la chiave dell’esistenza perfetta. Io penso che soprattutto oggi i maestri possano e forse debbano essere più di uno, nelle diverse fasi della vita di un essere umano. Solo così ognuno di noi, nella fase specifica che sta vivendo, può trovare la prospettiva che giova maggiormente al suo cammino e alla sua salute.

 

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Libri

  • Perchiazzi M., ‘Apprendere il Mentoring. Manuale operativo per la formazione dei Mentor’, Massa, Transeuropa Edizioni, 2009.
  • Mancuso V., “I Quattro Maestri”, Garzanti, Milano, 2020.
  • Perchiazzi M., ‘Imparo dunque sono. Il Mentoring a Scuole”, Industria e Letteratura, 2023.

 

[1] Il presente documento è soggetto a copertura dei diritti d'autore del libro i Quattro Maestri di Vito Mancuso.